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Nella Lega di Maroni sarà Bossi a vigilare su tutte le espulsioni

Nella Lega di Maroni sarà Bossi a vigilare su tutte le espulsioni:

Stop alla «pulizia etnica» dentro al Carroccio: Umberto Bossi sarà la Cassazione riguardo a tutte le possibili richieste di espulsione. Che cosa si intendesse con i poteri di garanzia posti in capo al neo presidente del Carroccio—Bossi, appunto—si è appreso ieri. Sarà lui, infatti, sia pure accompagnato da una commissione formata da altri cinque dirigenti, ad avere l’ultima parola sulle richieste di espulsione che arriveranno sul tavolo del consiglio federale padano nei confronti dei militanti con anzianità superiore ai 10 anni. Possibilità di ricorso non prevista. Un modo per mettere al riparo i fedelissimi dalle purghe di cuimolto si continua a discutere nel partito, anche al di là della volontà di Maroni stesso. Insomma, se qualcuna delle «ramazze padane» sognava repulisti ad personam, troverà sulla sua strada Bossi in persona. Altra questione aperta, il riequilibrio del peso tra le diverse «nazioni» (regioni) nel consiglio federale e nella platea congressuale: al momento, l’Emilia Romagna (che per la Lega sono due «nazioni») dispone di quattro membri nel federale a fronte dei 5 della Lombardia. Ma soprattutto, la discussione riguarda lo staff che formerà l’ossatura della «Lega 2.0» formato Maroni. Molti dei fedelissimi dell’ex ministro dell’Interno sono assai noti, a partire dal sindaco di Verona Flavio Tosi. Anche se ormai il primo cittadino scaligero ha raggiunto uno status per cui è limitativo definirlo maroniano. Poi, ci sono i dioscuri lombardi: Matteo Salvini, eurodeputato milanese, e Giacomo Stucchi, deputato bergamasco. Entrambi sono in corsa per la segreteria «nazionale» lombarda. Il primo è assai più strategico di quanto possano lasciare pensare le sortite televisive, il secondo è solido deputato con profonde radici nel territorio. Ma sono proprio i sindaci il vivaio del futuro segretario. Ben conosciuto è il sindaco di Varese Attilio Fontana, fidato consulente politico ma anche legale: lui ha accompagnato Maroni nella sua visita in Procura lo scorso 11 aprile. Meno noto, ma da Maroni è assai apprezzato anche Matteo Bianchi, 33 non ancora compiuti, primo cittadino di Morazzone (Varese): sua è stata la prima protesta contro la centralizzazione delle tesorerie comunali. E poi, il vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi, che è anche segretario di una delle province per il Carroccio più importanti. In Valcamonica, Maroni può contare su Bruno Caparini e sul figlio, Davide, deputato e affidabile uomo di media. In Parlamento è anche Gianluca Pini, appena riconfermato segretario della Romagna. Mentre tra dieci giorni, al congresso dell’Emilia, l’exministro punta su Fabio Rainieri. Già eletta in Liguria, invece, Sonia Viale, già sottosegretario all’Economia e all’Interno. In Trentino, l’uomo di fiducia è Maurizio Fugatti. Storicamente vicino al capo dei Barbari anche il Movimento dei giovani padani, e dunque il suo attuale coordinatore, Lucio Brignoli. Ma è nella culla varesina del movimento che Maroni ha i suoi più antichi sodali. L’avvocato Andrea Mascetti ha fondato l’associazione Terra Insubre ed è un ascoltato ideologo, ma anche uomo di fiducia per i consigli d’amministrazione. Mentre Paolo Besozzi, vicepresidente di Serravalle, è il consigliere di una vita. Nel gruppo ristretto anche Stefano Candiani, già sindaco di Tradate e protagonista, da segretario provinciale di Varese, della lotta senza quartiere contro il «cerchio magico».

fonte: http://www.blogncc.com/7928/nella-lega-di-maroni-sara-bossi-a-vigilare-su-tutte-le-espulsioni.html
tags: Roberto Maroni; Lega Nord; Umberto Bossi; Flavio Tosi; Matteo Salvini; Matteo Bianchi; Davide Caparini; Bruno Caparini; Andrea Mascetti; Paolo Besozzi; Stefano Candiani; blogncc.com

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Lega, da Bossi via libera a Maroni

Lega, da Bossi via libera a Maroni:

IN VISTA DEL CONGRESSO DELLA LEGA

Il Consiglio federale discute della candidatura unica

Umberto Bossi (Ansa)Umberto Bossi (Ansa)

MILANO – Bossi ha dato il via libera alla candidatura unica di Roberto Maroni in vista del congresso della Lega. È quanto filtra dalla riunione del Consiglio federale del movimento padano, riunito dalle 15 nella sede della Lega in via Bellerio a Milano. Tra i temi all’ordine del giorno la posizione della Lega nel secondo turno delle elezioni amministrative ma soprattutto i congressi nazionali e federali del movimento. A quanto pare il senatur, che aveva annunciato la sua ricandidatura, avrebbe fatto un passo indietro. Sul tema, nei giorni scorsi, all’interno del gruppo dirigente si è cercata un’intesa tra lo stesso ex leader e Maroni. Che a quanto pare sarebbe stata alla fine trovata.

L’ACCORDO – Bossi avrebbe parlato di un accordo che prevede Maroni Segretario con tre Vicesegretari, il Vicario fra i quali dovrà essere un veneto. Mentre al Senatur verrebbe riservata la carica di Presidente fondatore.

Redazione Online14 maggio 2012 | 18:22

fonte: http://www.corriere.it/politica/12_maggio_14/bossi-maroni_77e11edc-9ddf-11e1-99ad-758cf3da80f7.shtml

tags: Roberto Maroni; Lega Nord; Umberto Bossi; via Bellerio; Consiglio Federale; Corriere della Sera

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MARONI SPERA CHE BOSSI MOLLI PER NON SPACCARE LA LEGA

MARONI SPERA CHE BOSSI MOLLI PER NON SPACCARE LA LEGA:

CRONACHE14 Maggio 2012

di GIANMARCO LUCCHI

Nessuna alleanza tra Lega e Pdl ai ballottaggi. Roberto Maroni sbatte la porta in faccia all’ex alleato. Anzi, impone anche un ultimatum all’ex partner di governo: «Tolga il sostegno a Monti e si voti a ottobre» e tutti amici come prima (se possibile). E poco importa se, così facendo, si mettono a rischio le amministrazioni guidate con il Pdl. Tanto «per la Lega conta il territorio». E Maroni non esclude neanche la possibilità che il Carroccio «non si candidi al Parlamento di Roma». In realtà, i ‘lumbard’ si sentono forti del governo regionale di Veneto e Piemonte. E non temono strappi dal del Celeste pericolante, Roberto Formigoni.

Maroni è intervenuto a Cesena, dove si è svolto il congresso della Romagna, che ha nominato i delegati per il congresso federale di Bergamo e riconfermato l’on. Gianluca Pini alla segreteria nazionale (era l’unico candidato e ha avuto il 91% dei voti disponibili). I fari nel partito sono puntati all’appuntamento di fine giugno, dove l’ex responsabile del Viminale vuole varare «la Lega 2.0». Resta da sciogliere il nodo della candidatura. L’ex ministro non ritira ancora le riserve, nella speranza di un passo indietro di Umberto Bossi e sembra rimandare tutto a quanto succederà oggi al Consiglio federale. L’ex ministro se spera che il Senatur confermi l’idea di non candidarsi più a segretario federale. E tuttavia resta attendista, perché nelle ultime settimane ha dovuto incassare troppe docce fredde dal vecchio capo tra uscite di scena e ritorni sul palcoscenico. Bisognerà vedere quanto nella notte appena trascorsa e in mattinata, la famiglia e quel che resta del cerchio magico/malefico avranno premuto sull’Umberto per convincerlo a non consegnare le chiavi del movimento ai “barbari sognanti” e al loro capo mai amato, per non dire di peggio.

Nel Carroccio, comunque, stanno cadendo vari tabù, compreso quello di levare il nome di Bossi dal simbolo. «Appartiene al movimento ed è amministrato dal Consiglio federale al quale spettano le decisioni – ha voluto sottolineare Maroni -. Negli anni lo abbiamo cambiato, il simbolo evolve». La risposta è indirizzata al bellicoso Giuseppe Leoni, uno dei più fieri avversari dei maroniani, che nei giorni scorsi ha ricordato come il simbolo appartenga a lui, a Bossi e alla moglie di quest’ultimo e se qualcuno vuole impossessarsene farebbe meglio a farsi un altro partito. Un Leoni che da mesi va in giro soprattutto pe rla Lombardia a “insultare” i militanti, come è successo qualche sera fa a Brescia dove ha accusato la base del partito di essere responsabile per il mancato ottenimento del federalismo, avendo lavorato poco per la causa. Lui, invece, in parlamento da 25 anni, deve aver fatto tantissimo ma nessuno se n’è accorto.

Intanto, a sorpresa, Mario Borghezio ha annunciato la possibilità di una sua candidatura al congresso federale «se non verrà dato spazio alle istanze indipendentiste». Resta da tenere sotto osservazione la situazione dei veneti, stanchi delle beghe lombarde e abbastanza frammentati tra bossiani, cerchisti e maroniani: su queste colonne è già stato scritto che uno snodo fondamentale in vista del congresso federale sarà il congresso nazionale della Liga dove presumibilmente si confronteranno Flavio Tosi e Massimo Bitonci. Ma non solo quella. Per esempio dopo il congresso della Romagna, uno dei bossiani di ferro (ex autista di Maroni) ha attaccato: «La purga staliniana si è improvvisamente fermata a Cesena. Prendo atto che all’interno del Movimento si lavora a due pesi e due misure». Lo ha detto il senatore emiliano della Lega Giovanni Torri commentando la rielezione di Pini a segretario della Romagna e a quanto detto da Roberto Maroni in proposito. «Questo – sottolinea Torri – lo si evince dal modo di giudicare i singoli esponenti che vengono di volta in volta coinvolti in qualche azione giudiziaria o anche di malcostume interno al movimento. Bossi – ricorda – facendo un passo indietro ha dimostrato di essere il vero leghista che il popolo padano ha voluto come capo. Tutti parlano di pulizia, di giustizia etica all’ interno del Movimento ma i fatti non rendono giustizia a quanto viene detto da chi attualmente vuole dirigere la Lega Nord».

In ogni caso sono tempi duri per quello che fu l’Asse del Nord. Silvio Berlusconi è lontano dai riflettori della politica (anche se, in disparte, continua a muoversi e a muovere le proprie pedine); ma è Umberto Bossi ad apparire in difficoltà. Il senatur non parla ormai dal 4 maggio, quando ha chiuso la campagna elettorale per le comunali di Monza. Comizio non fortunato, considerato che la Lega che si fregiava del sindaco non è riuscita neanche a raggiungere il ballottaggio. Da allora ha tenuto il silenzio anche sul successo del Tosi a Verona. Poi sono arrivate le pressioni dei maroniani per il ritiro della candidatura alla segreteria. Tosi glielo ha chiesto senza mezze parole: «Bossi non si candidi per il suo bene e quello della Lega». Il vecchio capo si è chiuso nel silenzio e vorrebbe evitare di spaccare il movimento: «Vogliatevi bene e non fatevi la guerra al congresso», sono state le sue ultime parole a Monza. Per poi aggiungere: «Resisto perchè non sono solo, perchè ho tutti voi».

Oggi dal Consiglio federale si capiranno molte cose. Di certo se la Lega non si spaccherà, chiunque la prenderà in mano si trpoverà a dover rianimare un corpo piuttosto malato, come ha dimostrato l’ultimo sondaggio di Mannheimer pe ril Corriere dove il Carroccio risulta in assoluto il partito verso il quale i cittadini hanno meno fiducia: un misero 4%.

fonte: http://www.lindipendenza.com/maroni-spera-che-bossi-molli-per-non-spaccare-la-lega/

tags: Roberto Maroni; Flavio Tosi; Lega Nord; Consiglio Federale; Umberto Bossi; L’Indipendenza.com

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Tosi: “Maroni candidato unico per guidare la Lega”

Tosi: “Maroni candidato unico per guidare la Lega”:

Image Article Tosi: 'Maroni candidato unico per guidare la Lega'

Roma, 14 maggio 2012 – Il sindaco di Verona Flavio Tosi, reduce dalla vittoriosa cavalcata elettorale  che lo ha riconfermato sindaco al primo turno, non perde occasione per riconfermare la sua fiducia nell’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, che Tosi considera leader naturale della Lega.

“Nella Lega sarà naturale una candidatura unica alla segreteria, quella di Maroni con Bossi chiamato a fare il padre nobile – ha detto Tosi, ospite de ‘La telefonata’ di Maurizio Belpietro – Logica vuole nell’interesse della Lega e del Paese che vi sia una candidatura unitaria. Una cosa diversa sarebbe poco comprensibile: mai una contrapposizione Bossi-Maroni. Che Bossi sia poi presidente onorario o effettivo poco importa perché é una carica di rappresentanza. In Lega è il segretario che stabilisce le linee”.

Sull’esito delle amministrative, Tosi ha detto che la Lega “ha pagato probabilmente le vicende di Belsito e dintorni: alcuni nostri elettori non sono andati a votare altri sono andati su Grillo. Per questo è urgente superare in fretta questa brutta pagina della Lega per ridare fiducia. Questo calo a Verona è stato assorbito dalle liste civiche che affiancavano la mia”.

E rispetto allo scandalo, che continua a montare, sul caso Belsito e Bossi jr, Tosi sbotta: “Di danno ne abbiamo ricevuto abbastanza, spero che la soap opera sia finita”. Per Tosi il ‘Trota’ “si è dimesso da consigliere regionale, per cui dal punto di vista politico per la Lega la cosa è risolta, non essendo più un nostro rappresentante istituzionale. Poi – ha concluso Tos i- ognuno risponde delle sue azioni. Comunque spero non ci siano altre rivelazioni”.

EQUITALIA – “Bisogna avere uno strumento più elastico. Le Regioni lo possono fare; se ogni Comune creasse una propria Equitalia sarebbe una Babele. Ci vogliono organismi regionali con maggiore flessibilità capaci di valutare caso per caso”, dice poi il sindaco di Verona in merito alle polemiche sull’agenzia di riscossione.

Equitalia è “uno strumento efficiente in una situazione normale, ma in una situazione di difficoltà economica rischia di impiccare famiglie e imprese”, ha aggiunto.

fonte: http://m.quotidiano.net/politica/2012/05/14/712443-maroni-governo-balbetta-immigrazione-terrorismo.shtml

tags: Flavio Tosi; Roberto Maroni; Lega Nord; Umberto Bossi; Quotidiano.net

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Maroni parla da leader: “Potremmo non candidarci più al Parlamento”

Maroni parla da leader: “Potremmo non candidarci più al Parlamento” :

A Cesena la prima uscita dopo l’accordo con Bossi: “Equitalia ha fallito. Il Trota? Bisogna scegliersi meglio gli autisti”. E sul simbolo: “Appartiene al movimento, la scritta Bossi verrà modificata”

“Domani c’è il consiglio federale e lì si dirà qualcosa”. A un giorno dalla riunione di via Bellerio che dovrebbe sancire il raggiungimento di un accordo tra Umberto Bossi e Roberto Maroni in vista del prossimo congresso della Lega nord a fine giugno, l’ex ministro degli interni è arrivato a Cesena per il congresso del partito in Romagna e con un sorriso ha dribblato la domanda più attesa. Ieri pomeriggio era infatti trapelata la notizia di un incontro tra Bobo e il Senatur che avrebbe portato a un patto per cui al vecchio leader andrà la presidenza, mentre il capo dei barbari sognantiprenderebbe in mano la segreteria federale e quindi il partito.

 Di sicuro per Maroni, che ha tenuto una lunga conferenza stampa in questo estremo lembo meridionale del ‘regno padano’, non ha mancato ancora una volta di segnare le distanze dall’era di Bossi. “Siamo sereni e pronti a rilanciare il movimento. Riteniamo chiusa una stagione della Lega nord. Anche se potranno esserci degli strascichi per un po’, quella dei soldi in Tanzania e dintorni è una pagina chiusa che riguarda la Lega del passato, noi adesso guardiamo alla Lega del futuro, laLega 2.0. Partiremo dal congresso federale che sancirà una svolta”.

Dunque pagina chiusa, e la conferma sembra arrivare quando Bobo Maroni parla del simbolo del movimento e di quella scritta Bossiche da anni vi campeggia. Nei giorni scorsi uno dei fondatori del Carroccio, il senatore Giuseppe Leoni era uscito dal suo solito silenzio sostenendo che il simbolo fosse intoccabile senza il permesso dei suoi proprietari come da notaio: lo stesso Leoni, Umberto Bossi e sua moglie, Manuela Marrone. Oggi Maroni ribatte. “I simboli, da statuto, appartengono al movimento. È cambiato in tanti anni. Prima sotto c’era la scritta Padania, oggi quella di Bossi”. E qui l’ex capo del Viminale conclude sibillino: “Il simbolo evolve”.

Poi Bobo è costretto a tornare sulle questioni giudiziarie. Prima la storia delle “donazioni” chieste ai parlamentari, sulle quali sta indagando la procura di Forlì che nei giorni scorsi ha inviato in via Bellerio anche la polizia giudiziaria per una perquisizione. Per i magistrati potrebbe trattarsi di una vera e propria compravendita del posto in parlamento. “Questa tecnicamente è una stronzata, quei soldi sono una donazione volontaria che tutti i parlamentari fanno e che io stesso faccio da 20 anni”, ha detto Maroni. Poi difende il segretario romagnolo, il deputato Gianluca Pini, indagato sempre dalla procura romagnola. “La sua rielezione al congresso romagnolo di oggi sgombra il campo da tutte le insinuazioni che lo riguardano e che non hanno alcun fondamento”.

Poi continua: “Mi sembra tutta aria fritta che peraltro non tocca la sua azione politica. È chiaro che chi ha messo in moto il meccanismo sapendo che era tutto falso sarà chiamato a rispondere, così come chi ha accusato la Lega di aver preso tangenti da Finmeccanica è già stata denunciato e gli abbiamo chiesto 10 milioni di euro di danni”.

 Il leader in pectore del Carroccio ne ha anche per la magistratura. “Non possiamo accettare che qualcuno si comporti in modo scorretto. L’altro giorno ho parlato con il vicepresidente del Csm (Pasquale Vietti, ndr) e abbiamo fatto una denuncia”. Il riferimento è all’articolo di qualche giorno fa in cui si riportava un interrogatorio della segretaria amministrativa della Lega avvenuto proprio allaprocura di Forlì. “La magistratura non può pensare di giocare con noi inventando cose inesistenti”.

Maroni poi parla dell’allarme terrorismo e degli attacchi a Equitalia: “È un esperimento fallito. Non funziona e crea disagio. Le reazioni violente, che io condanno, dovrebbero però far pensare. Non si tratta di terroristi o pericolosi criminali. Quelli hanno gambizzato Adinolfi di Finmeccanica”. Troppo centralizzata, troppo lontana questa agenzia per capire i problemi dei cittadini e dal contesto di crisi in cui vivono. Anche la politica romana è troppo lontana, e per questo, alla fine dell’intervista Bobo rilancia. “Non è detto che non passi presto la linea di non candidarci alle elezioni politiche e non mandare più i nostri rappresentanti al Parlamento”.

Infine una battuta sulle ultime notizie riguardanti Renzo Bossi e l’uso che avrebbe fatto a lungo dei soldi del partito per faccende personali. Notizie trapelate dai due accompagnatori del Trota: “Bisognerebbe scegliersi al meglio gli autisti”, ha ironizzato Maroni.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/13/maroni-cesena-parla-leader-potremmo-candidarci-parlamento/228264/
tags: Roberto Maroni; Lega Nord; Lega 2.0; Umberto Bossi; via Bellerio; Equitalia; il fatto quotidiano

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Lega, accordo Maroni-Bossi: il senatur appoggia Bobo per le segreteria federale

Lega, accordo Maroni-Bossi: il senatur appoggia Bobo per le segreteria federale:

L’accordo prevede che Bossi venga nominato presidente della Lega. Un segnale di coesione necessario dopo la batosta ricevuta alle ultime amministrative. L’ok arriva con qualche ora di anticipo rispetto al consiglio federale di lunedì

maroni_bossi interna

Sarebbe stato siglato oggi, in anticipo sul consiglio federale di lunedì, il patto tra Roberto Maroni e Umberto Bossi per la guida del Carroccio.

L’accordo formale, che segue il chiarimento avvenuto ieri nella sede di via Bellerio, prevederebbe semplicemente l’appoggio di Bossi alla candidatura di Maroni alla segreteria federale, la carica che fino al 5 aprile scorso è stata saldamente nelle mani del Senatur. Per contro Umberto Bossi verrebbe nominato presidente onorario del partito, carica che dovrebbe ricoprire a vita.

All’accordo si è arrivati dopo che il primo maggio Bossi aveva ventilato la possibilità di candidarsi alla segreteria, gelando per qualche ora i sogni di gloria di Maroni.

Da quel momento è partita la controffensiva, che ha portato nei giorni scorsi a siglare un patto tra i colonnelli leghisti tutti concordi nel proporre la candidatura unica di Maroni, per dare un segnale di coesione e progresso, un passaggio obbligato per arrivare ad una nuova Lega dopo la batosta elettorale delle amministrative.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/12/lega-accordo-maroni-bossi-senatur-appoggia-segreteria-federale/227946/

tags: Lega Nord; Roberto Maroni; Umberto Bossi; consiglio federale lega; il Fatto Quotidiano

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Bossi e la candidatura al congresso: ecco il cerchio che fa pressing sul suo ritiro

Bossi e la candidatura al congresso: ecco il cerchio che fa pressing sul suo ritiro:

(Credits: Ansa/Paolo Magni)

(Credits: Ansa/Paolo Magni)

Dal cerchio magico di Gemonio a quello della ramazza maroniana di Via Bellerio. Sempre un cerchio sembra stringersi attorno a Umberto Bossi. Ora sarebbe quello del forsennato pressing sul Senatùr perché ritiri la candidatura al congresso annunciata il Primo maggio e poi di fatto uffcializzata da Roberto Castelli.

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Candidatura alla quale un mese fa, dopo lo scandalo Belsito, Roberto Maroni aveva detto che sarebbe stato pronto a dire sì. Salvo poi ripensarci.

Fatto sta che, dalla guerra della Lega – che somiglia sempre più a un Vietnam – giungono i rumors più disparati, quasi da fantapolitica. Narrano gole profonde leghiste che il Senatùr in queste ore sarebbe oggetto di pressioni continure e fortissime dei maroniani e, nella sede di Via Bellerio, anche dello stesso triumviro Roberto Calderoli che appare sempre più alleato di Maroni, perché torni sui suoi passi per aprire la strada a Maroni nuovo segretario federale al congresso.

C’è chi avrebbe visto sere fa lo stesso governatore Roberto Cota, ritenuto calderolian-maroniano, nelle nuove alleanze interne, precipitarsi dal Piemonte per marcare stretto Bossi raggiunto in un bar vicino a Gemonio.

C’è chi dice che Bossi sarebbe addirittura inseguito nella sede di Via Bellerio anche quando esce dall’ufficio per andare alla macchinetta del caffè. Non lo lascerebbero mai solo, un vera morsa che lo stringerebbe anche quando si muove all’interno del castelletto di uffici leghisti.

Calderoli e i collaboratori del suo staff sarebbero ormai diventati la sua onnipresente ombra in via Bellerio. Rumors, fantapolitica? Un fatto è certo: la guerra della Lega va avanti senza esclusione di colpi. E con modalità che appaiono più simili a una guerriglia in stile Vietnam che alle altre guerre giocate nei partiti più tradizionali e normali di quello strano animale che è la Lega Nord.

Partito sempre a guida carismatica e finora senza correnti, dove quando il conflitto deflagra rischia di diventare lo scontro tra persone. Ritirerà Bossi davvero la sua candidatura, come le cronache hanno scritto?

Chi conosce bene il suo pensiero è pronto a giurare che il suo cruccio in questo momento è uno solo: l’unità della Lega, salvare il movimento. Bossi cederà a chi gli dice: ritirati sennò sei tu che spacchi tutto?

Per il Senatùr questo suonerebbe come un ricatto. Così come, denunciano gole profonde leghiste, doversi sentire ogni volta rivangare le accuse sulla sua sua famiglia. Sale sulle ferite del Senatùr, che aveva già chiesto scusa dal palco di Bergamo, circondato dalle ramazze.

Il Vietnam leghista è solo agli inizi.

fonte: http://blog.panorama.it/italia/2012/05/12/bossi-e-la-candidatura-al-congresso-ecco-il-cerchio-che-fa-pressing-sul-suo-ritiro/

tags: Lega Nord; Roberto Maroni; Umberto Bossi; Roberto Calderoli; Roberto Castelli; Roberto Cota; Panorama

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Lega, corsa per la segreteria Giorgetti lascia: scatta la sfida Castelli-Salvini

Lega, corsa per la segreteria Giorgetti lascia: scatta la sfida Castelli-Salvini:

Lega, corsa per la segreteria Giorgetti lascia: scatta la sfida Castelli-Salvini

Una riunione tra Umberto Bossi e Roberto Maroni per fare il punto della situazione in vista dei ballottaggi. Ma quello che ora preoccupa di più il Carroccio è la tornata di congressi che lo attende
Umberto Bossi e Giancarlo Giorgetti
Umberto Bossi e Giancarlo Giorgetti

Milano, 12 maggio 2012 – L’annuncio ieri sera in via Bellerio alla conclusione del Consiglio nazionale. Giancarlo Giorgetti, uomo chiave del Carroccio, segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002, non si ricandiderà. L’atteso congresso nazionale che designerà il leghista destinato a guidare la Lega Lombarda nei prossimi anni, che si terrà l’1 e il 2 giugno a Bergamo, vedrà probabilmente la sfida tra vecchio e nuovo. Restano infatti in lizza Roberto Castelli, «anziano» vicino a Bossi da sempre, anche se non cerchista, e Matteo Salvini, maroniano a oltranza, giovane e amatissimo dalla base, meno dal capo.

E di questo hanno parlato ieri mattina, nella roccaforte del Carroccio, Umberto Bossi e Roberto Maroni. Un incontro teso. Perché ormai la linea che quasi tutti sposano all’interno del movimento è quella di convincere il capo che ha fatto un passo indietro, a non rifarne uno avanti. Questo era il primo incontro fra Bossi e Maroni dopo l’esito delle amministrative. La riunione è servita anche a fare il punto in vista dei ballottaggi. Ma quello che ora preoccupa di più la Lega è la tornata di congressi che la attende.

In particolare, ieri mattina si sarebbe parlato di un’intesa in vista del Congresso federale di fine giugno. Bossi infatti due settimane fa aveva finalmente investito Maroni come nuovo segretario, salvo poi ripensarci e lanciare la propria ricandidatura al Lega unita day del primo maggio. Anche per questo Giorgetti ha preferito dare il buon esempio, e fare un passo indietro, lasciando campo libero al quotato Salvini oppure al giovane Giacomo Stucchi. Ma entrambi sono dotati di ramazza verde, mentre i calderoliani potrebbero appoggiare il più neutro Castelli, anche per riequilibrare quello che per molti è uno strapotere di Maroni all’interno del movimento.

Certo l’appeal del triumviro con gli occhiali rossi è forte, valica anche i confini regionali. Ma in Veneto sono già partite le manovre anti-Tosi. La vittoria del sindaco di Verona, e il Maroni che si era definito tosiano alla vigilia del voto, hanno scatenato una marea di critiche e invidie all’interno del già logorato movimento. Una doppia elezione di segretari maroniani sia in Lombardia che in Veneto segnerebbe una vera svolta epocale, e proprio per questo potrebbe essere ostacolata al massimo. Al Consiglio federale di lunedì altri confronti per definire le strategie. Allo studio anche la modifica allo Statuto della Lega, perché la gestione del partito sia più funzionale al nuovo corso. A Giancarlo Giorgetti sarebbe destinata la poltrona di presidente dei lumbard, ma con un peso politico di rilievo.

di Rossella Minotti

rossella.minotti@ilgiorno.net 

fonte: http://www.ilgiorno.it/milano/politica/2012/05/12/711462-milano-lega-giorgetti-segreteria.shtml

tags: Lega Nord; Lega Lombarda; Giancarlo Giorgetti; congresso Bergamo; Roberto Maroni; Matteo Salvini; Roberto Castelli; Umberto Bossi; Il Giorno;

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Flavio Tosi: né con Monti, né con Bossi

Flavio Tosi: né con Monti, né con Bossi:

Flavio Tosi: né con Monti, né con Bossi

Il sindaco leghista di Verona lancia la protesta contro la tassa sugli immobili. E anche la resistenza contro il ritorno del Senatur

Flavio Tosi, appena rieletto sindaco di Verona

Flavio Tosi, appena rieletto sindaco di Verona

Vede, la situazione rischia di diventare drammatica. Perché è sicuro, decine di migliaia di italiani non riusciranno a pagare l’ultima rata dell’Imu. E lì rischieremo grosso. Quando i numeri dei disperati sono così alti, nessuno è in grado di scongiurare il pericolo di tensioni sociali. Il rischio di gesti estremi è davvero concreto. E per evitarlo noi sindaci siamo pronti alla guerra contro il governo». Poco prima di venire travolto da un terremoto politico e familiare, Umberto Bossi aveva detto di lui: “Se fa la sua lista a Verona, Tosi si mette automaticamente fuori dalla Lega”. Due mesi dopo, il Senatur ha dovuto lasciare la guida del Carroccio, a cui adesso pensa di ricandidarsi. E il quarantatreenne leghista Flavio Tosi è lì, con le sue liste, a un passo dall’immediata riconferma a sindaco di Verona. Con due crucci in testa, di cui parla in quest’intervista ad “A”. La guerra all’Imu, la tassa sulla casa. E la disperazione che porta a gesti estremi, come i tanti suicidi questi mesi e come il sequestro di 15 persone, giovedì scorso, all’Agenzia delle entrate di Romano di Lombardia, vicino a Bergamo.

Tosi, non è che la drammatizzazione dei sindaci sull’Imu è eccessiva?
«Lo Stato sta saltando addosso alla gente. E sa che cosa succederà quando molte famiglie italiane non riusciranno a pagare l’ultima rata dell’Imu?». 
Che cosa?
«Succederà che questa povera gente verrà da noi sindaci, verrà in comune a chiederci aiuto. E i comuni, che sono alla fame, non potranno darglielo anche perché sono già stati costretti a tagliare i servizi sociali. Ora dobbiamo muoverci in fretta anche perché il rischio che questa storia si trasformi in un dramma è concreto». 
Parla del rischio di tensioni sociali?
«Ripeto: quando il numero dei disperati è così alto non si può escludere nulla. Purtroppo, a Palazzo Chigi non c’è mica un esecutivo di tecnici. Ma un governo di burocrati di un’ottusità assoluta. Che, tra l’altro, hanno sempre avuto dei super-stipendi». 
Lei è pronto ad allearsi anche coi sindaci di centrosinistra per provare a fermare il governo sull’Imu?
«Io sono già sceso in piazza contro i tagli del governo precedente, quelli di Giulio Tremonti, quando anche una parte della Lega Nord mi diceva di non farlo. Si figuri se non sono pronto a una guerra adesso. Il sottoscritto fa il sindaco. Di conseguenza, pensa soltanto al bene delle famiglie veronesi. È questo che mi interessa».
Come pensate di muovervi? Con uno sciopero dei sindaci, magari?
«Valuteremo tutti gli strumenti legittimi per mettere in difficoltà il governo. Per costringerlo quantomeno a togliere l’Imu sulla prima casa».
Lei parla di “governo di burocrati”. Non salverebbe proprio nessuno dei ministri di Monti da questa bocciatura senz’appello?
«Molti di loro non li conosco nemmeno. Ma se proprio dovessi toglierne uno dal mazzo sceglierei Corrado Passera. Almeno lui è stato un manager privato che ha gestito una banca molto meglio di come non abbiano fatto altri banchieri».

E sul fronte Lega? Lei ha appena giudicato “inopportuna” la ricandidatura di Umberto Bossi alla guida del movimento.
«E lo ribadisco. Inopportuna». 
Bossi dice che si potrebbero fare le primarie. Lei sarebbe d’accordo?
«Io sono più favorevole all’ipotesi di un congresso. E poi, mi scusi, chi gestirebbe le primarie? Chi potrebbe garantire la loro regolarità? C’è un altro aspetto, che non va trascurato. Le primarie non farebbero altro che aumentare la tensione che già c’è dentro la Lega».
E se Bossi non facesse un passo indietro? Se il Senatur si candidasse per davvero?
«Io spererei che si candidasse Roberto Maroni. E voterei per Maroni convinto delle sue possibilità». 
Sta dicendo che Bossi potrebbe anche perdere?
«Non penso di essere l’unico (sorride, ndr) a considerare inopportuna una ricandidatura di Bossi. Mi creda, sono tantissimi i militanti che avevano apprezzato il gesto di Umberto di dimettersi e che adesso, invece, giudicano incomprensibile un suo ritorno alla segreteria federale». 
Viste le tensioni interne, sicuro che questa storia non finisca con una scissione?
«La nostra gente vuole una svolta. E questo processo di modernizzazione della Lega, che andrà avanti con i congressi, è irreversibile». 
Non pensa che Maroni sia stato, finora, un po’ troppo prudente? 
«Maroni si sta muovendo in maniera molto intelligente. E, soprattutto, per il bene della Lega». 
Il “Trota” Renzo, intanto, giura che farà il contadino o il muratore.
«Buon lavoro». 
Si sente di suggerirgli una delle due strade?
«Ognuno nella vita deve saper scegliere il lavoro per cui è portato. Contadino o muratore, che lo faccia con passione e tenacia. Io gli faccio i miei auguri». 
L’ondata di antipolitica non sembra arrestarsi. E i politici di professione, adesso, iniziano a temere il Movimento Cinquestelle di Beppe Grillo. Che cosa pensa lei del comico genovese? 
«Alla prova dei fatti, devo ammettere che sulla sua onestà non ho nulla da dire. Da un punto di vista strettamente politico, invece, non so se sarebbe davvero in grado di governare».

fonte: http://www.leiweb.it/a/2012/flavio-tosi-ne-monti-ne-bossi-30670439898.shtml

tags: Flavio Tosi, Umberto Bossi, Roberto Maroni, Lega Nord, Verona, Governo Monti leiweb.it

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Lega Nord: Fontana, Bossi si ricandida? Credo non ci sia bisogno

Lega Nord: Fontana, Bossi si ricandida? Credo non ci sia bisogno:

Lega Nord: Fontana, Bossi si ricandida? Credo non ci sia bisogno

02 Maggio 2012 – 12:25

(ASCA) – Roma, 2 mag – ”Bossi si ricandida alla segreteria della Lega? E’ un’ipotesi, ma non credo ci sia bisogno”.

Cosi’ Attilio Fontana, sindaco di Varese e esponente della Lega Nord, intervenuto a ”24 Mattino” commenta la possibilita’ di una ricandidatura di Bossi ai vertici del Carroccio.

”Bossi – continua Fontana – ieri ha modificato la dichiarazione dicendo che si candida nel caso in cui sia necessario per evitare che la Lega si divida. Ma non si verifichera’ questo rischio, la Lega e’ ritornata unita e coesa. Dunque non credo ci sia bisogno che lui si ricandidi, ma ascolteremo sempre con grande attenzione quello che dira’ Bossi”.

Fontana parla anche dell’ipotesi di disobbedienza fiscale nei confronti dell’Imu, dicendosi pronto a invitare i cittadini a non pagare la tassa: ”Se il dire ”non pagate l’Imu’ comportera’ delle conseguenze sui cittadini che verranno considerati per questo evasori, non lo diro’. Se invece troveremo una soluzione che escluda responsabilita’ amministrative e penali nei confronti dei cittadini, allora potremo dire ai cittadini ”non pagate l’Imu’. E un’opzione in campo”.

Fontana critica Monti: ”Questo governo e’ bravissimo nel raccontare bugie. Monti, con quest’aria seria e greve che sembra un oracolo, dice cose false. L’Ici con l’Imu non c’entra nulla. Ridateci l’Ici, e noi la accettiamo. L’Imu e’ un’altra cosa. Inoltre le simulazioni di incasso risultano assolutamente sbagliate. Le previsioni di incasso sono superiori del 30%, quindi a Natale i cittadini si devono aspettare un’ultima tranche disastrosa di tasse perche’ il Governo vuole incassare i 21 miliardi prospettati e per questo aumentera’ l’aliquota per arrivare a quella cifra” conclude a Radio 24.

fonte: http://www.asca.it/news-Lega_Nord__Fontana__Bossi_si_ricandida__Credo_non_ci_sia_bisogno-1149742-POL.html

tags: Attilio Fontana; Lega Nord; Umberto Bossi; Varese; Asca

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